Se questa è una vita

In data 25 novembre 2020, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la scuola secondaria di primo grado “San Giovanni Bosco” di Trentola Ducenta, ha celebrato puntuale, come ogni anno, la ricorrenza con l’attuazione di un progetto in linea con i percorsi curriculari del PTOF “E’ questione di legalità” e “Io ho cura”. Particolarmente coinvolgente si è rivelato il laboratorio di riflessione e ricerca sul tema del femminicidio, che ha visto protagonisti attivi gli studenti delle classi terze, riuniti sia pure a distanza, in considerazione dell’attuale emergenza epidemiologica, in un incontro corale, sulla piattaforma di Microsoft Teams, che si trasforma per l’occasione in uno spazio sociale di dibattito e confronto su un fenomeno, tristemente noto, da contrastare e combattere a gran voce, perché “l’amore non uccide”.

In presenza del Sindaco, Dott. Michele Apicella, e di un’attenta rappresentanza dell’Amministrazione del Comune di Trentola Ducenta, ragazze e ragazzi, in uno spazio glocale, hanno sapientemente riflettuto sui dati statistici che ci restituiscono ogni anno a livello nazionale e mondiale numeri allarmanti di omicidi con vittime femminili. Quest’anno, in particolare, i nostri studenti hanno fortemente voluto centrare il focus della riunione sulle vittime che la cronaca definisce “secondarie”, ma non minormente lese. Sono i figli delle donne uccise, vittime incolpevoli, che vedono la propria famiglia distruggersi lentamente, spesso testimoni involontari dell’atto di ferocia più subdolo e atroce che ci sia, di una violenza domestica ormai quasi “ordinaria”.

Un reading di storie, riflessioni critiche, momenti di drammatizzazione e visione di video. Sullo sfondo l’emozione palpabile di tutti i protagonisti, cristallizzata in un contenitore digitale, che mai come in questa giornata, prende vita e mostra tutta la sua valenza sociale. Risultati del tipo dimostrano che urgono più che mai interventi culturali finalizzati ad abbattere la violenza di genere e la scuola, in questo caso, ha una funzione educativa cruciale. E’ necessario che i giovani maturino una presa di coscienza sul fenomeno sin dall’inizio del loro percorso formativo affinché possano interiorizzarlo e in seguito, crescendo, ritrovarlo all’interno del loro bagaglio culturale. E’ la consapevolezza della propria identità, dello scarto tra il voler e il dover essere, tra la libera espressione di sé e le aspettative sociali, familiari, relazionali, il terreno su cui può agire il cambiamento della relazione tra i generi. Diventa allora necessario sollecitare un lavoro di riflessione e auto- riflessione, creare momenti dove ragazze e ragazzi possano raccontarsi a partire dai loro vissuti e dalle loro esperienze. Le ‘life skills’, le competenze della vita e della relazione si apprendono non dal discorso, ma dalla rielaborazione dell’esperienza - poiché solo essa riconduce a sé la responsabilità dei propri gesti e delle proprie parole - e dal confronto con l’esperienza ‘altra’ - scoprendola ed accettandola nei suoi gesti e nelle sue parole. E’ nei luoghi della quotidianità, dell’esperienza, della relazione incarnata che i diritti umani acquisiscono valore e significato, è dall’abitare consapevolmente questi luoghi che si fa esercizio di democrazia e legalità, le cui condizioni si danno se si ha la possibilità di esistere senza che l’altro sia negato nel suo diritto all’esistenza. E i ragazzi della Don Bosco lo colgono, lo intuiscono e se ne fanno, a loro volta, portatori “sani” presso i coetanei.

RACCOLTA DI LAVORI DEGLI ALUNNI